Samsonite

Cari lettori del blog dei corsi di moda a Milano, model management, tutti in corsa per la produzione made in Usa. Che la passione per il back to America coincida o meno con i desiderata del nuovo presidente Donald Trump, il risultato è comunque una serie di prese di posizioni che riaccende il reshoring a stelle e strisce. L’ultimo annuncio in merito è arrivato da Samsonite che starebbe pensando di riorganizzare la propria produzione, facendone tornare una parte negli Stati Uniti dagli stabilimenti in Asia ed Europa. Samsonite, fondata a Denver (Colorado) e quotata a Hong Kong, aveva chiuso i propri poli produttivi americani nel 2001. Ad affermarlo alla Cnbc è stato l’AD del gruppo di valigeria Ramesh Tainwala che, tuttavia, ha specificato di essere stato “convinto a concentrare la produzione nel Paese d’origine del brand da ben prima l’elezione di Trump”. In una mail a Reuters, il direttore dell’investor relations William Yue ha specificato che l’azienda “deve ancora concludere lo studio, e non ha idea del timing dell’operazione”. L’azienda di valigie, che fattura il 40% proprio sul mercato americano, potrebbe seguire così i passi di altre società, come Fca, Toyota e General Motors, a tornare a produrre in America. La politica protezionistica annunciata dal neo presidente, del resto, sembra giocare a favore del processo di rilocalizzazione di diverse aziende, e aver indotto anche qualche soggetto estero a valutare lo sbarco industriale negli Usa. È di oggi la notizia che Fca Us (Fiat) investirà 2,5 miliardi di dollari in tre impianti per espandere i marchi Jeep e Ram, e creerà 1.700 nuovi posti lavoro. L’AD Sergio Marchionne aveva annunciato in gennaio un investimento monstre da 1 miliardo di dollari per potenziare le fabbriche Jeep in Michigan e Ohio, meritando addirittura il ringraziamento presidenziale. Anche Apple sta valutando un investimento da 7 miliardi nel proprio Paese (un passaggio ventilato da anni). New Balance starebbe pensando di rilocalizzare negli Usa. Mentre, nei giorni scorsi, lo stesso Trump ha incontrato due grandi della moda e dell’e-commerce, il proprietario di Lvmh Bernard Arnault e il numero uno di Alibaba Jack Ma. Durante i colloqui, sarebbe emersa la volontà da parte di Arnault di espandere gli stabilimenti del colosso francese in America, in Nord Carolina, Texas e nel Midwest. Non da meno l’intento di Ma, che ha illustrato il piano di espansione del colosso cinese che punta a creare un milione di posti di lavoro negli Stati Uniti nei prossimi cinque anni.