L’Autorità di controllo sugli spot e le pubblicità del Regno Unito ha bandito lo spot di Gucci per la presenza di una modella troppo magra, considerando la sua condizione non sana e giudicando il video della casa di moda «irresponsabile». La maison toscana si è difesa sostenendo che tutte le modelle sono vestiste e nessuna di loro ha le ossa in mostra ma l’Autority non ha voluto saperne e ha sottolineato che «la posa della modella allunga il busto e sottolinea il punto vita che così appare ancora più piccolo».Ai lettori del bog dei corsi di moda consiglio di prestrare massima attenzione a questa notizia che ha fatto scalpore nel mondo della moda e ha suscitato parecchia indignazione.Tirata di orecchie per Gucci che deve ritirare la pubblicità: secondo l’autorità di controllo britannica, la casa di moda ha realizzato un spot pubblicitario con modelle troppo magre. Il verdetto dell’Advertising Standards Authority (Asa) è stato reso noto dai media locali. La pubblicità sotto esame era stata diffusa in particolare dal sito del Times circa quattro mesi fa, suscitando subito polemiche e denunce. E secondo le conclusioni dell’autorità regolatrice londinese, le contestazioni vanno considerate fondate poichè le modelle sarebbero state mostrate «magre in modo malsano», specialmente «nel torso e nelle braccia», e ai loro volti sarebbe stata data un’espressione «emaciata»: grazie anche alle sottolineature scure del make up sotto gli occhi. Di qui l’accusa di irresponsabilità rivolta agli autori di quella specifica pubblicità della maison. Accusa a cui fanno da sfondo le molte polemiche – talora legate anche a episodi di cronaca tragici – alimentate, in Gran Bretagna e non solo, dal modello di indossatrice ai limiti dell’anoressia promosso talora nel mondo della moda e fra le giovanissime che calcano o sognano di calcare la passerella. Gucci si è difesa sottolineando che quel video presentava le modelle citate mentre danzavano nello scenario di un party e che era destinato a un pubblico «adulto e sofisticato». E comunque rigettando ogni richiamo all’anoressia nelle fattezze delle due ragazze, definite semmai «magre e toniche». «Gucci presta la massima attenzione alle modalità di selezione delle modelle e a come vengono raffigurate nelle nostre campagne pubblicitarie. Prendiamo atto, pur non condividendola, della sentenza dell’ Asa (Uk Advertising Standards Authority) che è un’istituzione indipendente, in riferimento ad una modella apparsa in un’immagine della nostra campagna Cruise 2016. La programmazione di tale campagna, come previsto da pianificazione originaria, è terminata a dicembre 2015».

È questa la posizione ufficiale della maison Gucci.